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Quando si pensa alla menopausa spesso vengono in mente vampate di calore, cambiamenti dell’umore, insonnia o osteoporosi: raramente la vista appare fra le prime preoccupazioni.
Eppure, il calo degli estrogeni può avere conseguenze anche sul sistema oculare.
Una donna su tre-quattro in età menopausale segnala fenomeni oculari quali vista “annebbiata”, bruciore o secchezza oculare.
I cambiamenti ormonali e l’occhio
È noto come gli ormoni sessuali agiscano non solo sul sistema riproduttivo.
Essi, o meglio, la loro riduzione sono i responsabili di vampate di calore, cambiamenti dell’umore, insonnia o osteoporosi. Tuttavia, studi recenti mostrano che, a causa dei recettori ormonali presenti nella ghiandola lacrimale, nelle ghiandole di Meibonio, nella congiuntiva, nel cristallino e nella retina, gli estrogeni partecipano anche al mantenimento dell’equilibrio oculare.
Ecco perché quando l’attività ovarica si riduce, e con essa i livelli circolanti di estrogeni, si possono verificare alterazioni della produzione lacrimale, della qualità del film lacrimale e, perfino, della biomeccanica oculare.
Superficie oculare e secchezza: un segnale precoce
Uno degli aspetti più immediati nella relazione tra menopausa e vista è la sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Disease-DED).
Come alcuni sondaggi confermano, questa patologia viene lamentata da circa l’80% delle donne in età menopausale intervistate. La ragione? Le alterazioni ormonali in corso riducono la produzione acquosa e lipidica del film lacrimale e aumentano l’evaporazione.
I sintomi includono: sensazione di corpo estraneo negli occhi, bruciore, visione intermittente o “nebbiosa”, sensibilità alla luce. Una condizione che, con tutta evidenza, causa dolore, fastidio e, ovviamente, riduzione della visione.
In altre parole: un forte impatto sulla vita quotidiana. Fenomeno che peraltro è stato ben documentato da una revisione clinica che ha evidenziato come la Dry Eye Disease (DED) sia una condizione che «ha un impatto molto significativo sulla qualità della vita delle pazienti».
Patologie oculari croniche e rischio correlato
Oltre alla secchezza oculare, emergono - inoltre - evidenze che collegano la menopausa a rischi maggiori per altre patologie oculari.
In particolare, studi suggeriscono che la menopausa possa costituire un fattore di rischio specifico per il glaucoma.
Ecco perché un gruppo di ricercatori ha voluto, tramite una metanalisi, valutare gli effetti della terapia ormonale sostitutiva anche in relazione alla superficie oculare e alla pressione intraoculare.
In questo studio 612 donne in postmenopausa trattate con terapia ormonale hanno mostrato un miglioramento significativo della stabilità del film lacrimale, della produzione di lacrime e una riduzione delle lesioni corneali.
Anche i sintomi soggettivi — secchezza, sensazione di corpo estraneo, affaticamento oculare e bruciore — sono diminuiti in modo rilevante dopo la terapia. I benefici sono risultati più evidenti nelle donne sotto i 55 anni e con terapia a base di solo estrogeno rispetto alle combinazioni estrogeno-progestinico.
Tuttavia, la terapia ormonale non ha mostrato una riduzione significativa della pressione intraoculare e l’efficacia complessiva nel trattamento dell’occhio secco resta oggetto di discussione.
Tuttavia, un’altra ricerca, questa volta focalizzata principalmente sulla Dry Eye Disease, mostra risultati diametralmente opposti: i dati suggeriscono che le donne che utilizzano terapia ormonale sostitutiva (HRT), in particolare a base di solo estrogeno, presentano un rischio aumentato di sviluppare sindrome dell’occhio secco.
Per la vista: HRT sì o HRT no?
I risultati che emergono da questi studi non danno una soluzione univoca. Ecco perché non è possibile formulare una strategia o rispondere in maniera precisa alla domanda. Se una donna in menopausa sta valutando una terapia HRT principalmente per sintomi sistemici (vampate, osteoporosi, ecc.), è ragionevole discutere con ginecologo e oculista anche l’impatto potenziale sugli occhi.
Se invece l’obiettivo primario è proteggere la vista o migliorare un occhio secco, l’HRT non può essere considerata una soluzione standard o garantita: potrebbe aiutare, ma potrebbe anche incrementare il rischio di occhio secco, soprattutto con solo estrogeno.
In presenza di problemi oculari già diagnosticati (occhio secco grave, glaucoma, alterazioni della superficie oculare) sarebbe opportuna una valutazione multidisciplinare (oculista + ginecologo) per capire pro e contro nel caso specifico.
Implicazioni pratiche per la gestione della vista durante la menopausa
Visite oculistiche regolari: quando e perché
Poiché i cambiamenti ormonali possono manifestarsi anche con alterazioni visive più lievi, sarebbe consigliabile che le donne in età menopausale prevedano una visita oculistica almeno annuale. In presenza di fattori aggiuntivi — diabete, ipertensione, miopia elevata, storia familiare di glaucoma — potrebbe invece essere utile una valutazione più frequente.
Durante la visita, oltre all’esame della retina e della pressione intraoculare, sarebbe bene includere uno screening della superficie oculare (test Schirmer, e/o un break-up time test) per identificare precocemente la DED.
Strategie per contrastare la secchezza oculare
Per chi manifesta sintomi di secchezza oculare, ecco alcune misure da adottare:
- Utilizzo regolare di lacrime artificiali o gel lubrificanti, in assenza di controindicazioni.
- Riduzione dell’uso prolungato di schermi digitali senza pause: applicare la regola 20-20-20 (ogni 20 min, guardare a 20 feet (6 metri) per 20 secondi).
- Corretta idratazione e controllo ambientale (umidificatori in ambienti secchi, ventilazione moderata).
- Verifica della terapia ormonale: se in corso una terapia ormonale sostitutiva discutere con ginecologo e oculista la possibile influenza della terapia sulla superficie oculare.
Protezione della vista a lungo termine
Per la gestione della salute visiva a lungo termine sarebbe invece sempre consigliabile:
- controllo della pressione arteriosa e glicemica: ipertensione e diabete sono fattori di rischio per danno retinico.
- alimentazione ricca di antiossidanti (vitamine C, E, luteina, zeaxantina) e acidi grassi omega-3, che possono sostenere la salute retinica.
- protezione dai raggi UV: l’esposizione cumulativa può facilitare lo sviluppo di cataratta o danni retinici, specialmente se vi è vulnerabilità ormonale.
- informarsi sul corretto uso della HRT: se valutata per sintomi menopausali, discuterne anche l’impatto oculare con il ginecologo e oculista.
Tecnologie sanitarie e strumenti di supporto
Sul fronte dell’innovazione, la telemedicina oculare e le applicazioni per la valutazione domiciliare della superficie oculare possono essere utili strumenti per il monitoraggio continuo.
Per esempio, dispositivi che misurano automaticamente il tempo di rottura del film lacrimale o l’evaporazione possono aiutare a tracciare l’evoluzione della secchezza oculare. Anche i sistemi di intelligenza artificiale che valutano la retina tramite fotocamera del cellulare sono in via di sviluppo e promettono un accesso più semplice al monitoraggio oculare.
Conclusione
L’interazione tra menopausa e vista non è un tema marginale: la riduzione ormonale che caratterizza la menopausa può influenzare la superficie oculare, aumentare la vulnerabilità ai sintomi di secchezza e potenzialmente contribuire al rischio di patologie più gravi come il glaucoma.
È importante che le donne siano consapevoli di questa relazione e adottino strategie preventive: visite oculistiche regolari, comportamenti protettivi per l’occhio, controllo dei fattori di rischio e utilizzo consapevole della terapia ormonale.
Infine, considerare le nuove opportunità di monitoraggio e supporto che possono rendere più agevole la gestione della salute visiva prima, durante e dopo la menopausa. Un approccio proattivo può fare la differenza nella qualità della vita visiva nel medio e lungo termine.
Approfondimenti
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