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L’impatto ambientale dei farmaci secondo il rapporto OSMED: rischi ambientali, principi attivi a rischio, differenze territoriali e raccomandazioni per un uso sostenibile

Hai mai pensato che una semplice pillola o una terapia che salva vite potrebbe avere ripercussioni sull’ambiente che ci circonda? Quando assumiamo un farmaco, raramente ci soffermiamo a riflettere sul suo impatto ambientale una volta espulso dal nostro corpo o gettato nei rifiuti domestici.
06/06/2025
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Questo articolo è stato redatto a scopo informativo. Le informazioni contenute in questa pagina non intendono sostituire un parere medico. I professionisti del settore sanitario che lo desiderano possono fare clic qui per accedere alla piattaforma OnTime dedicata all'aggiornamento scientifico.

Il recente rapporto OSMED dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha portato alla luce un aspetto spesso ignorato della gestione sanitaria: i farmaci hanno un impatto significativo sull’ambiente e sul delicato equilibrio ecologico. Quali sono i principali rischi ambientali associati ai farmaci e cosa possiamo fare per ridurre questo impatto?

L’ambiente e i farmaci: una relazione complessa

Il consumo di farmaci è aumentato significativamente negli ultimi decenni, grazie ai progressi della medicina che ci permettono di curare o gestire patologie una volta considerate incurabili. Tuttavia, questo aumento comporta inevitabilmente una maggiore dispersione di principi attivi nell’ambiente, principalmente attraverso le acque reflue domestiche e industriali, con potenziali effetti nocivi per gli ecosistemi e, indirettamente, per la salute umana stessa.

Secondo il rapporto OSMED 2023, numerosi principi attivi farmacologici, tra cui alcuni farmaci antitumorali e altri medicinali ampiamente utilizzati, presentano un rischio ambientale significativo a causa della loro persistenza e della capacità di accumularsi nelle acque superficiali e sotterranee.

Principi attivi a rischio: quali sono e perché preoccupano

Il rapporto evidenzia che alcuni principi attivi, per via delle loro caratteristiche chimiche, possono persistere nell’ambiente per lunghi periodi, generando potenziali rischi per le specie acquatiche e alterando l’equilibrio degli ecosistemi. Tra questi troviamo anche alcuni farmaci largamente utilizzati nella pratica clinica quotidiana per combattere infezioni e infiammazioni.

Anche farmaci più specifici, come alcuni utilizzati per il trattamento di malattie croniche e oncologiche, sono menzionati dal rapporto per il loro elevato potenziale di impatto ambientale. 

Sebbene questi ultimi siano impiegati in quantità minori rispetto ai farmaci comuni, la loro elevata potenza biologica può avere effetti significativi anche a concentrazioni estremamente basse, rappresentando un rischio reale e concreto per la fauna e gli habitat acquatici.

Differenze territoriali nei consumi e nell’impatto ambientale

Il rapporto OSMED sottolinea anche interessanti differenze territoriali nell’utilizzo dei farmaci e, di conseguenza, nei rischi ambientali associati. 

Nel Nord Italia, ad esempio, si osserva un consumo relativamente maggiore di farmaci ad alto impatto ambientale, come gli antibiotici e gli antinfiammatori. Al contrario, nel Centro e nel Sud Italia, l’uso di farmaci specifici come quelli per il trattamento di patologie oncologiche mostra concentrazioni diverse, con un diverso grado di rischio per gli ecosistemi locali.

Queste differenze evidenziano la necessità di strategie di monitoraggio e intervento specifiche, adattate alle diverse realtà regionali, per ridurre efficacemente il carico ambientale dei principi attivi farmacologici.

Rischi per gli ecosistemi e per la salute umana

Quando farmaci e principi attivi raggiungono l’ambiente, possono causare effetti nocivi sulla fauna ittica e su altri organismi acquatici, in particolare alcuni farmaci possono interferire con il metabolismo e il sistema riproduttivo delle specie acquatiche, provocando squilibri e diminuzione delle popolazioni.

Tali effetti possono indirettamente influenzare anche la salute umana, dato che molti di questi organismi sono parte integrante della nostra catena alimentare. Non è raro che tracce di farmaci vengano ritrovate persino nell’acqua potabile, sebbene in concentrazioni generalmente considerate sicure dalle autorità sanitarie.

Raccomandazioni per un uso sostenibile dei farmaci

Ridurre l’impatto ambientale dei farmaci è un obiettivo possibile attraverso alcune semplici ma efficaci raccomandazioni:

  1. Corretta gestione dei farmaci scaduti o inutilizzati: non gettare mai farmaci nel lavandino o nel WC. Consegnare i medicinali scaduti o inutilizzati presso le farmacie, dove saranno smaltiti correttamente.
  2. Uso appropriato e razionale dei medicinali: assumere farmaci solo se realmente necessari e seguire attentamente le prescrizioni mediche per evitare un eccessivo consumo e spreco.
  3. Sensibilizzazione e informazione pubblica: è fondamentale che medici, farmacisti e cittadini siano consapevoli del problema e delle pratiche corrette per minimizzare l’impatto ambientale.

La responsabilità di medici e pazienti

I medici e i farmacisti hanno un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nell'educazione dei pazienti riguardo ai rischi ambientali dei farmaci. 

Ad esempio, per pazienti che assumono terapie croniche, come nel caso dei farmaci per il tumore alla prostata, è essenziale spiegare chiaramente come smaltire correttamente i residui di medicinali e l’importanza di rispettare le dosi prescritte.

Inoltre, il medico può contribuire riducendo le prescrizioni non necessarie e scegliendo, quando possibile, farmaci con un minore impatto ambientale, in accordo con le più recenti evidenze scientifiche.

Tecnologie e innovazioni per la sostenibilità ambientale

Per affrontare efficacemente questo problema è necessario anche sostenere la ricerca e l’innovazione. Nuove tecnologie, come i sistemi avanzati di depurazione delle acque e la produzione di farmaci biodegradabili o con minore impatto ecologico, rappresentano promettenti soluzioni future. 

Alcune aziende farmaceutiche stanno già investendo in questi ambiti per ridurre significativamente l’impronta ecologica dei loro prodotti.

Orion Pharma e la green chemistry

A tale proposito Orion Pharma definisce la green chemistry come un approccio che integra la sostenibilità fin dalle fasi iniziali della ricerca e dello sviluppo dei farmaci. L’obiettivo principale è impiegare materie prime e processi a basso impatto, privilegiando materiali rinnovabili, solventi e reagenti meno dannosi per l’ambiente e la salute umana, e massimizzando l’incorporazione delle materie prime nel prodotto finale.

Nel percorso di sviluppo, Orion realizza centinaia di molecole in quantità ridotte per i test preliminari; una volta identificato il candidato più promettente, il processo di produzione scala da milligrammi a chilogrammi. A questo punto, la sostenibilità diventa fondamentale, e la controllata Fermion sperimenta processi di produzione su scala industriale che riducono al minimo l’uso di solventi e reagenti nocivi, ottimizzando le quantità impiegate e migliorando anche il rapporto costo-beneficio.

Nonostante i severi requisiti di purezza e sicurezza che limitano l’adozione di solventi riciclati, Orion mantiene l’incolumità del paziente come priorità assoluta, bilanciando rigidi standard qualitativi con principi di green chemistry.

Guardando al futuro, l’azienda partecipa a progetti nazionali e comunitari per sviluppare farmaci biodegradabili, che al rilascio nell’ambiente si scompongano in componenti innocui. L’obiettivo è integrare fin dalle prime fasi di sviluppo un’analisi del ciclo di vita ambientale dei farmaci, per assicurare che – una volta dispensati e metabolizzati – non rimangano residui persistenti capaci di nuocere agli ecosistemi

Conclusioni 

In conclusione, il rapporto OSMED 2023 mette in luce una realtà spesso sottovalutata: i farmaci, indispensabili per la salute umana, possono rappresentare un rischio significativo per l’ambiente se non gestiti correttamente. La responsabilità di garantire un uso sostenibile dei medicinali coinvolge tutti, dai professionisti della salute ai cittadini comuni.

Invitiamo tutti a diffondere questa consapevolezza, condividendo questo articolo e discutendo di questi temi nelle proprie comunità. Per approfondimenti, vi consigliamo vivamente di consultare il rapporto completo disponibile sul sito ufficiale dell’AIFA e di esplorare gli studi scientifici pubblicati sulle principali riviste ambientali e mediche internazionali.

Referenze

Rapporto OSMED 2023   

 

Approfondimenti

L'uso dei farmaci in Italia secondo il rapporto OSMED 

I farmaci antiemicranici secondo il rapporto OsMed 2023

 


 

Orion Pharma

Orion Pharma è un'azienda farmaceutica finlandese operante a livello globale, impegnata nel benessere. Sviluppiamo, produciamo e commercializziamo farmaci per uso umano e veterinario e principi attivi farmaceutici.

Le aree terapeutiche principali della nostra ricerca e sviluppo farmaceutica sono l'oncologia e il dolore. I prodotti sviluppati da Orion Pharma vengono utilizzati per trattare il cancro, le malattie neurologiche e le malattie respiratorie,

Il principale mercato di Orion Pharma è la Finlandia, dove è il leader di mercato. Tuttavia, i prodotti di Orion Pharma sono commercializzati in quasi tutti gli stati europei nei quali è presente con una sua filiale.

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