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Differenze tra morbo di Parkinson e parkinsonismo

Conoscere le differenze tra morbo di Parkinson e parkinsonismo è essenziale per garantire una diagnosi corretta e offrire ai pazienti le cure adeguate. Sebbene queste due condizioni condividano alcuni sintomi motori, le loro cause, trattamenti e prognosi sono profondamente diversi.
19/06/2025
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Questo articolo è stato redatto a scopo informativo. Le informazioni contenute in questa pagina non intendono sostituire un parere medico. I professionisti del settore sanitario che lo desiderano possono fare clic qui per accedere alla piattaforma OnTime dedicata all'aggiornamento scientifico.

Sintomi come tremori, rigidità muscolare e lentezza nei movimenti vengono sovente associati al morbo di Parkinson. Tuttavia, non tutti questi segni indicano necessariamente questa specifica patologia. 

Infatti, esiste una condizione simile chiamata parkinsonismo, che include un gruppo di disturbi che condividono alcune caratteristiche cliniche del Parkinson, ma che hanno cause, trattamenti e prognosi diverse. 

Morbo di Parkinson: una patologia neurodegenerativa specifica

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica, caratterizzata dalla progressiva perdita di neuroni dopaminergici nella substantia nigra del cervello. Questa regione è deputata al controllo dei movimenti, e la sua degenerazione porta a una riduzione della dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per la funzione motoria. 

I sintomi più noti includono tremori a riposo, rigidità muscolare e bradicinesia. La malattia è idiopatica, il che significa che la sua causa esatta rimane sconosciuta, anche se si ipotizza che fattori genetici e ambientali possano giocare un ruolo.

Parkinsonismo: un gruppo di condizioni con cause diverse

Il parkinsonismo, invece, è un termine ombrello che descrive una serie di condizioni che presentano sintomi simili al morbo di Parkinson, ma che hanno cause diverse. 

Queste condizioni possono essere secondarie a danni cerebrali, malattie cerebrovascolari, traumi o all’uso prolungato di alcuni farmaci, come gli antipsicotici. Il parkinsonismo può anche essere legato ad altre malattie neurodegenerative, come la paralisi sopranucleare progressiva o l'atrofia multi-sistemica.

Una delle principali differenze tra Parkinson e parkinsonismo risiede nell'evoluzione dei sintomi. Nel parkinsonismo, i sintomi tendono ad apparire in modo simmetrico, colpendo entrambi i lati del corpo fin dall'inizio, e spesso progrediscono più rapidamente rispetto al morbo di Parkinson. Inoltre, i pazienti con parkinsonismo tendono a rispondere meno efficacemente ai farmaci dopaminergici, il che rappresenta un segnale diagnostico importante.

Comprendere, distinguere, curare

Per medici e professionisti sanitari è fondamentale comprendere e distinguere chiaramente il morbo di Parkinson dal parkinsonismo, al fine di garantire una diagnosi precisa e un trattamento appropriato.

La diagnosi del morbo di Parkinson si fonda essenzialmente su criteri clinici, in particolare sulla presenza di almeno due dei tre sintomi motori principali. La progressione della malattia è tipicamente graduale e inizialmente asimmetrica, coinvolgendo generalmente un solo lato del corpo. Sebbene non esistano test diagnostici specifici per confermare con certezza il Parkinson, tecniche di neuroimaging come la scintigrafia con traccianti del trasportatore della dopamina possono aiutare a sostenere la diagnosi, soprattutto nei casi clinicamente incerti.

Dal punto di vista diagnostico, ciò che distingue il morbo di Parkinson dal parkinsonismo è l'identificazione della causa scatenante. Se, ad esempio, si sospetta un parkinsonismo indotto da farmaci, la sospensione degli stessi può migliorare significativamente i sintomi. Per altre cause sottostanti, come traumi cranici o patologie cerebrovascolari, possono essere necessari test genetici, analisi del sangue e tecniche avanzate di imaging cerebrale.

Trattare il Parkinson

Il trattamento del Parkinson si concentra principalmente sulla gestione dei sintomi. 
I farmaci che aumentano i livelli di dopamina, come la levodopa, rappresentano la terapia di prima linea. 

Altri trattamenti includono gli agonisti della dopamina e gli inibitori delle MAO-B, che possono essere utilizzati in combinazione per migliorare l’efficacia terapeutica. 

Trattare il parkinsonismo

Il trattamento del parkinsonismo, invece, varia in base alla causa che lo determina. Nel caso in cui il parkinsonismo sia provocato dall'assunzione di farmaci, interrompere l'uso del farmaco responsabile può portare a un significativo miglioramento clinico. 

Diversamente, in presenza di condizioni neurodegenerative che causano parkinsonismo, come la paralisi sopranucleare progressiva, le possibilità terapeutiche risultano più limitate e solitamente mirano alla gestione dei sintomi e al miglioramento della qualità della vita del paziente.

In entrambi i casi, le terapie non farmacologiche come la fisioterapia, la terapia occupazionale e la logopedia svolgono un ruolo fondamentale per supportare i pazienti nel preservare le funzioni motorie e migliorare la qualità della vita. 

Anche la stimolazione cerebrale profonda può essere impiegata nei pazienti con parkinsonismo, sebbene la sua efficacia sia solitamente inferiore rispetto al trattamento dei pazienti con morbo di Parkinson.

Conclusioni

Sebbene il morbo di Parkinson e il parkinsonismo condividano alcuni sintomi clinici, le differenze nelle cause, nella diagnosi e nei trattamenti sono significative. 
È fondamentale per i medici e i professionisti sanitari riconoscere queste distinzioni per offrire ai pazienti un trattamento mirato e adeguato. La gestione efficace del morbo di Parkinson si basa su terapie che aumentano i livelli di dopamina, mentre nel parkinsonismo, il trattamento si concentra sulla causa sottostante.

 

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Referenze

Imaging the Substantia Nigra in Parkinson Disease and Other Parkinson - Radiology 2021 300:2, 260-278  

Parkinson.it, Iniziare con levodopa, un dopamino agonista o un inibitore delle MAO-B? https://www.parkinson.it/farmaci/iniziare-con-levodopa-un-dopamino-agonista-o-un-inibitore-delle-mao-b.html 

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