Skip to content

Menopausa e insonnia: perché il sonno si altera?

Durante il passaggio al climaterio, molte donne si confrontano con disturbi del sonno che vanno oltre i semplici risvegli notturni. In questo articolo esploriamo perché accade che la menopausa e insonnia si intreccino, quali sono i meccanismi coinvolti e, soprattutto, quali strategie concrete è possibile adottare per migliorare la qualità del sonno.
27/10/2025
insonnia.jpg

Questo articolo è stato redatto a scopo informativo. Le informazioni contenute in questa pagina non intendono sostituire un parere medico. I professionisti del settore sanitario che lo desiderano possono fare clic qui per accedere alla piattaforma OnTime dedicata all'aggiornamento scientifico.

È esperienza di parecchie donne over 50 che - notte dopo notte - il sonno diventa irregolare: ci si addormenta con fatica, ci si sveglia più volte o troppo presto. Alla mattina non ci si sente “riposate” nonostante le ore passate a letto.  
Questi fenomeni — che spesso si manifestano durante la fase del passaggio menopausale — non sono semplicemente liquidabili con un generico “dormire male”: rappresentano un vero e proprio problema che merita attenzione.  
Il binomio menopausa e insonnia appare infatti come una delle sfide più comuni e meno affrontate con efficacia nella salute della donna in questa fase della vita. 
Nel corso dell’articolo, analizzeremo cosa accade al sonno in menopausa, quali fattori entrano in gioco, come riconoscere e affrontare questi disturbi con strumenti pratici alla portata anche dei non specialisti.  

Il contesto: quanto è comune il problema?

Quando si parla di menopausa e insonnia, è utile innanzitutto capire la dimensione del fenomeno. Studi recenti indicano che più della metà delle donne post-menopausa presenta disturbi del sonno: una meta-analisi ha stimato una prevalenza di circa il 51,6 % per i disturbi del sonno nelle donne in post-menopausa.  

Un altro studio rilevava che circa il 49,9 % delle donne post-menopausa soffriva di disturbi del sonno, con correlazioni significative con l’età e l’indice di massa corporea (BMI).  

Questi numeri mostrano come non si tratti di un fenomeno marginale, bensì di un aspetto rilevante per la salute femminile nella mezza età.

È inoltre importante distinguere tra semplice alterazione del sonno (risvegli, sonno “non ristoratore”) e una vera e propria diagnosi di insonnia. Per la definizione clinica di insonnia occorre difficoltà nell’addormentarsi o nel mantenere il sonno, per almeno tre notti a settimana per almeno tre mesi, con compromissione della funzione diurna.  

Per chi si occupa della salute (anche se non medico) è quindi utile saper distinguere tra “dormire male” e “insonnia clinica” — perché la strategia e l’urgenza possono essere diverse. 

Perché, in menopausa, il sonno si altera?

Il passaggio menopausale comporta una serie di cambiamenti — ormonali, fisiologici, neurologici, psicologici — che influenzano il sonno. Vediamo i principali meccanismi coinvolti.

1. Cambiamenti ormonali 

Durante il climaterio, il valore degli estrogeni e del progesterone decresce in modo significativo. Questi ormoni contribuiscono — tra le altre funzioni — al mantenimento di un ciclo sonno-veglia più stabile. Per esempio, l’estrogeno modula la serotonina e il GABA, entrambi implicati nel controllo del sonno.  

La diminuzione dell’estrogeno sembra essere collegata a un aumento dell’arousal notturno, difficoltà a mantenere il sonno e risvegli più frequenti.  

Allo stesso tempo, l’aumento del FSH (ormone follicolo-stimolante) viene associato ad un aumento della frammentazione del sonno.  

Pertanto, il semplice passaggio ormonale può da solo predisporre a una maggiore vulnerabilità del sonno. 

2. Sintomi vasomotori e risvegli notturni

Una delle manifestazioni più note della menopausa sono le vampate di calore e i sudori notturni. Questi fenomeni rappresentano una delle cause più evidenti dell’interruzione del sonno: una vampata può svegliare la donna più volte durante la notte oppure essere preceduta da un risveglio cerebrale che genera il sintomo.  

In uno studio, della John Hopkins University, è emerso che, anche in assenza di percezione della vampata, molte donne si svegliano prima dell’insorgenza del calore: non è dunque solo il “sentire” la vampata che disturba il sonno, ma la centrale termoregolatrice che si attiva.  

Ulteriori studi mostrano che i disturbi del sonno aumentano in presenza di sintomi vasomotori, tanto da considerare questi ultimi tra i principali fattori di rischio.  

3. Altri disturbi del sonno emergenti

In menopausa aumentano anche altre forme di disturbo del sonno che possono interagire con il quadro dell’“insonnia”. Ad esempio:

  • Apnea ostruttiva del sonno (OSA): dopo la menopausa le donne hanno un rischio da 2 a 3 volte maggiore di sviluppare OSA rispetto al periodo pre-menopausa, probabilmente per perdita dell’effetto protettivo degli ormoni sulla muscolatura delle vie aeree e per aumento del peso corporeo.  
  • Sindrome delle gambe senza riposo (RLS): anche questa condizione risulta più frequente nella post-menopausa e può contribuire ai risvegli.  
  • Cambiamenti circadiani: la produzione di melatonina può diminuire in questa fase, alterando il ritmo sonno-veglia.  

4. Fattori psicologici, ambientali e di età

Non va dimenticato che la menopausa coincide spesso con un’età di vita in cui entrano in gioco ulteriori elementi: l’invecchiamento, la comparsa di altre patologie (ipertensione, obesità, diabete), la menopausa chirurgica, la “sandwich generation” (donne che si trovano a gestire figli e genitori anziani), stress lavorativo e famigliare. Tali concause possono rendere la persona più vulnerabile ai disturbi del sonno.  

In alcuni studi, il BMI elevato risultava infatti significativamente correlato a un peggioramento della qualità del sonno.  

In sintesi, il fenomeno menopausa e insonnia si fonda su una molteplicità di fattori, interconnessi: ormonali, fisiologici, ambientali e psicologici. 

Quali caratteristiche ha il sonno alterato in menopausa?

Per orientarsi nella pratica clinica e nella gestione del paziente (o della persona interessata), è utile comprendere in che modo si altera il sonno nel passaggio menopausale.

Addormentamento vs mantenimento

Le ricerche indicano che, a differenza dell’insonnia “classica”, in cui spesso il problema principale è l’addormentarsi, nelle donne in menopausa la difficoltà maggiore riguarda mantenere il sonno: risvegli frequenti, risvegli precoci con incapacità di riaddormentarsi. Per esempio, risvegli dopo l’inizio del sonno (wake-after-sleep-onset, WASO) risultano aumentati.  

Qualità soggettiva vs dati oggettivi

Un interessante aspetto è che, in alcuni studi oggettivi (polisonnografia) non è sempre emersa una riduzione sostanziale del sonno profondo o della quantità totale, mentre la percezione soggettiva del riposo peggiorava significativamente.  

Questo significa che, anche se la misurazione strumentale non evidenzia grandi alterazioni, la donna sente di non riposare bene e questo aspetto va preso seriamente.

Da un punto di vista pratico, questo implica che non basta rilevare “gli standard” oggettivi: la percezione del paziente è parte integrante. 

Impatto sulla funzione diurna e qualità della vita

Le alterazioni del sonno non restano confinate alla notte. Giorno dopo giorno, l’affaticamento, la difficoltà di concentrazione, i cambiamenti dell’umore, la riduzione della produttività lavorativa diventano manifestazioni concrete. Uno studio ha trovato che i sintomi di insonnia in media erano quelli che maggiormente compromettevano la vita quotidiana delle donne in transizione menopausale.  

C’è anche evidenza che disturbi del sonno in menopausa possano essere legati a un peggioramento della salute cardiovascolare e cognitiva.  

Strategie e consigli pratici per la gestione

Per chi opera in ambito sanitario o per la persona interessata a migliorare il proprio sonno, ecco alcuni suggerimenti basati sull’evidenza, adattati al contesto di menopausa e insonnia.

Valutazione e diagnosi

  • Importante verificare se si tratta di semplice disturbo del sonno o di una vera e propria insonnia clinica: domande su frequenza dei risvegli, tempo di addormentamento, durata del problema, impatto diurno.
  • Escludere o identificare condizioni concomitanti: apnea ostruttiva, sindrome delle gambe senza riposo, disturbi dell’umore, problemi endocrini.
  • Prendere in considerazione la storia menopausale: durata del periodo perimenopausale/postmenopausale, eventuale terapia ormonale sostitutiva (TOS), presenza di vampate notturne, altre comorbidità. 

2. Interventi non farmacologici

  • Terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I): uno studio clinico randomizzato ha dimostrato la superiorità della CBT-I rispetto alla semplice igiene del sonno nella donna in post-menopausa con insonnia.  
  • Igiene del sonno adattata alla menopausa: mantenere una routine - orari regolari per andare a letto e alzarsi, ambiente fresco (temperatura corporea più sensibile durante le vampate), evitare caffeina/alcool nelle ore precedenti, gestione degli stimoli serali.
  • Controllo delle vampate: ridurre le cause ambientali (coperte troppo pesanti, camera troppo calda), indossare abiti leggeri da notte, ventilazione.
  • Gestione dello stress e della vigilanza mentale: tecniche di rilassamento, mindfulness, pause durante il giorno per ridurre l’attivazione notturna.
  • Attività fisica regolare: può migliorare la qualità del sonno e contribuire a controllare peso e massa corporea, entrambi fattori favorevoli. 

3. Terapia ormonale e farmacologica: cosa sappiamo

  • La terapia ormonale sostitutiva (TOS) può contribuire a ridurre i sintomi vasomotori e indirettamente migliorare il sonno, ma non è da considerare “prima linea” esclusivamente per l’insonnia. L’evidenza, infatti, non la supporta come trattamento unico per l’insonnia.  
  • Per l’insonnia clinica, alcuni farmaci ipnotici o regolatori del sonno sono stati testati, ma vanno valutati con attenzione in questa fascia di età.  
  • È sempre fondamentale valutare individualmente i rischi e benefici della terapia, tenendo conto di fattori cardiovascolari, oncologici e metabolici.

4. Dieta e stile di vita

  • Alcune evidenze suggeriscono che una dieta a basso indice glicemico (low-GI) può migliorare la continuità del sonno nelle donne in menopausa.  
  • Controllare il peso corporeo: il sovrappeso e l’eccesso di massa grassa sono correlati a peggior qualità del sonno e maggiore rischio di apnea.  
  • Evitare il fumo, limitare l’alcool (che può peggiorare i risvegli notturni) e ridurre l’esposizione a schermi luminosi nelle ore serali per favorire la produzione di melatonina.
  • Promuovere la regolarità del ritmo sonno-veglia: anche nei weekend evitare grandi variazioni orarie.

5. Quando consultare il medico

  • Se i risvegli notturni sono numerosi e persistenti, con conseguenti problemi diurni (affaticamento, sonnolenza, calo dell’attenzione).
  • Se vi è sospetto di apnea ostruttiva (es. russamento, pause respiratorie, sonnolenza diurna) o RLS.
  • In presenza di comorbidità importanti (cardiovascolari, endocrinologiche) o se si sta valutando la TOS.
  • Se la persona mostra segni di depressione o ansia che interferiscono con il sonno. 

Conclusione

Il tema menopausa e insonnia rappresenta una parte spesso sottovalutata dell’assistenza alla donna in età di transizione. La qualità del sonno ha ripercussioni significative sul benessere fisico, cognitivo e psicologico. Comprendere i meccanismi — ormonali, vasomotori, legati all’età e allo stile di vita — e adottare una strategia integrata è essenziale. Non si tratta semplicemente di “dormire meglio”, ma di tutelare la salute nella sua globalità.

È bene non accettare passivamente la disfunzione del sonno come “inevitabile”, ma vederla come un segnale e un’occasione per intervenire e migliorare la qualità della vita.

Approfondimenti

Alimentazione e stile di vita in menopausa: i migliori alleati per il benessere

Menopausa e salute mentale: affrontare ansia, sbalzi d’umore e depressione    

Menopausa e salute della pelle: perché la cute cambia e come prendersene cura  

 

Referenze

Salari N, Hasheminezhad R, Hosseinian-Far A, Rasoulpoor S, Assefi M, Nankali S, Nankali A, Mohammadi M. Global prevalence of sleep disorders during menopause: a meta-analysis. Sleep Breath. 2023 Oct;27(5):1883-1897. doi: 10.1007/s11325-023-02793-5. Epub 2023 Mar 9. PMID: 36892796; PMCID: PMC9996569.  

Ahmady F, Niknami M, Khalesi ZB. Quality of sleep in women with menopause and its related factors. Sleep Sci. 2022 Jan-Mar;15(Spec 1):209-214. doi: 10.5935/1984-0063.20220021. PMID: 35273768; PMCID: PMC8889989.  

Maki, Pauline M. PhD1; Panay, Nick BSc, FRCOG2; Simon, James A. MD, MSCP3. Sleep disturbance associated with the menopause. Menopause 31(8):p 724-733, August 2024. | DOI: 10.1097/GME.0000000000002386  

Garg R, Munshi A. Sleep and Brain Function at Menopause. J Midlife Health. 2024 Oct-Dec;15(4):221-224. doi: 10.4103/jmh.jmh_201_24. Epub 2025 Jan 2. PMID: 39959736; PMCID: PMC11824937.  

Benge E, Pavlova M and Javaheri S (2024) Sleep health challenges among women: insomnia across the lifespan. Front. Sleep 3:1322761. doi: 10.3389/frsle.2024.1322761.

How Does Menopause Affect My Sleep? The Johns Hopkins University, The Johns Hopkins Hospital, and Johns Hopkins Health System. 
Rebecca L. Smith, Jodi A. Flaws, Megan M. Mahoney,

Factors associated with poor sleep during menopause: results from the Midlife Women's Health Study, Sleep Medicine, Volume 45, 2018, Pages 98-105, ISSN 1389-9457.

Kathleen Van Dyk, Judith E Carroll, Shining a spotlight on sleep disturbance-related cognitive impairment and relevance to menopause, Sleep, Volume 47, Issue 8, August 2024, zsae136.

Objective and Subjective Sleep Quality in Premenopausal, Perimenopausal, and Postmenopausal Women in the Wisconsin Sleep Cohort Study Terry Young, PhD1; David Rabago, MD2; Aleksandra Zgierska, MD, PhD2; Diane Austin MS1; Laurel Finn MS1  

Baker FC, Lampio L, Saaresranta T, Polo-Kantola P. Sleep and Sleep Disorders in the Menopausal Transition. Sleep Med Clin. 2018 Sep;13(3):443-456. doi: 10.1016/j.jsmc.2018.04.011. PMID: 30098758; PMCID: PMC6092036.  

Drake CL, Kalmbach DA, Arnedt JT, Cheng P, Tonnu CV, Cuamatzi-Castelan A, Fellman-Couture C. Treating chronic insomnia in postmenopausal women: a randomized clinical trial comparing cognitive-behavioral therapy for insomnia, sleep restriction therapy, and sleep hygiene education. Sleep. 2019 Feb 1;42(2):zsy217. doi: 10.1093/sleep/zsy217. PMID: 30481333; PMCID: PMC6369725.  

Menopause and insomnia: Could a low-GI diet help? Monique Tello, MD, MPH, Harvard Medical School.  

 

Orion Pharma

Orion Pharma è un'azienda farmaceutica finlandese operante a livello globale, impegnata nel benessere. Sviluppiamo, produciamo e commercializziamo farmaci per uso umano e veterinario e principi attivi farmaceutici.

Le aree terapeutiche principali della nostra ricerca e sviluppo farmaceutica sono l'oncologia e il dolore. I prodotti sviluppati da Orion Pharma vengono utilizzati per trattare il cancro, le malattie neurologiche e le malattie respiratorie,

Il principale mercato di Orion Pharma è la Finlandia, dove è il leader di mercato. Tuttavia, i prodotti di Orion Pharma sono commercializzati in quasi tutti gli stati europei nei quali è presente con una sua filiale.

In Italia la sede principale è in Viale Thomas Edison, 110 – 20099 Sesto San Giovanni (MILANO)