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Gli estrogeni e il loro ruolo protettivo
Gli estrogeni, principali ormoni femminili, esercitano numerosi effetti benefici sul sistema cardiovascolare. Tra questi:
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Regolazione del metabolismo lipidico: gli estrogeni aumentano i livelli di colesterolo HDL ("colesterolo buono") e riducono quelli di LDL ("colesterolo cattivo"), contribuendo a prevenire l'aterosclerosi.
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Effetto vasodilatatore: gli estrogeni migliorano la funzione endoteliale, stimolando la produzione di[CS1] ossido nitrico, una molecola che favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni e riduce la pressione arteriosa.
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Effetto antinfiammatorio: gli estrogeni riducono i livelli di citochine proinfiammatorie, limitando i processi infiammatori che contribuiscono alla formazione di placche aterosclerotiche.
Questi meccanismi rendono le donne in età fertile meno soggette a eventi cardiovascolari rispetto agli uomini. Tuttavia, la situazione cambia radicalmente con l'arrivo della menopausa.
Il rischio cardiovascolare dopo la menopausa
Con la menopausa, i livelli di estrogeni si riducono drasticamente, eliminando il loro effetto protettivo. Questo porta a:
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Aumento della dislipidemia: i livelli di LDL tendono a crescere, mentre quelli di HDL si riducono, favorendo l'aterosclerosi.
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Incremento della pressione arteriosa: il calo degli estrogeni altera la regolazione vascolare, contribuendo all’ipertensione.
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Peggioramento della funzione endoteliale: la mancanza di estrogeni riduce la produzione di ossido nitrico, compromettendo la capacità dei vasi sanguigni di adattarsi alle variazioni di flusso.
Diversi studi recenti confermano che, nei dieci anni successivi alla menopausa, il rischio cardiovascolare delle donne può raggiungere o persino superare quello degli uomini della stessa età
Approcci clinici per mitigare il rischio
Valutazione del rischio personalizzata
È fondamentale che i medici integrino valutazioni specifiche per il rischio cardiovascolare post-menopausa. Gli strumenti tradizionali, spesso tarati su popolazioni maschili, possono sottostimare il rischio nelle donne. Linee guida aggiornate suggeriscono l'uso di indici personalizzati, che includano fattori come:
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Storia riproduttiva (gravidanze complicate, menopausa precoce).
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Dislipidemia post-menopausale.
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Comorbidità come ipertensione e diabete.
Terapia ormonale sostitutiva (HRT)
La storia della terapia ormonale sostitutiva (HRT) ha avuto inizio negli anni '60, raggiungendo una grande popolarità negli anni '90. I primi studi clinici sull'HRT e le condizioni croniche post-menopausali furono avviati negli Stati Uniti alla fine degli anni '90. Dopo l'annuncio dei primi risultati dell'iniziativa Women’s Health Initiative (WHI) nel 2002, che dimostrarono come l'HRT avesse effetti più dannosi che benefici, l'uso della terapia subì un drastico calo. I risultati negativi dello studio ricevettero una vasta eco mediatica, creando panico tra alcune utilizzatrici e portando a nuove linee guida per i medici sulla prescrizione dell'HRT. Il messaggio chiaro trasmesso dai media fu che l'HRT comportava più rischi che benefici per tutte le donne.
Negli anni successivi fu effettuata una rianalisi del trial WHI e nuovi studi dimostrarono che l'uso dell'HRT in donne più giovani o nelle prime fasi post-menopausa aveva effetti benefici sul sistema cardiovascolare, riducendo le malattie coronariche e la mortalità generale.
Promozione di stili di vita salutari
Dopo la menopausa, è cruciale intervenire sui fattori di rischio modificabili:
- Dieta equilibrata: favorire un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi insaturi.
- Attività fisica regolare: almeno 150 minuti di esercizio moderato a settimana, secondo le linee guida dell'OMS.
- Monitoraggio regolare: controlli periodici di pressione arteriosa, profilo lipidico e glicemia.
Supporto psicologico e sociale
Ansia, depressione e stress cronico, spesso sottovalutati, possono aggravare il rischio cardiovascolare nelle donne. Il supporto psicologico deve essere integrato nella pratica clinica per migliorare l’aderenza ai trattamenti e il benessere generale della paziente.
Conclusioni
Il calo degli estrogeni rappresenta un punto di svolta nella salute cardiovascolare delle donne, aumentando il rischio di patologie cardiache. Tuttavia, esiste l’opportunità di intervenire attraverso una combinazione di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento personalizzato.
Per approfondire, ti invitiamo a consultare le linee guida aggiornate della European Society of Cardiology
Referenze
Ruolo delle citochine pro-infiammatorie nei meccanismi patogenetici dell'aterosclerosi coronarica
Età della menopausa e infarto. I risultati di uno studio italiano
European Society of Cardiology
The Controversial History of Hormone Replacement Therapy
Approfondimenti
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