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Secondo dati recenti, una bassa aderenza alla terapia è fra le cause principali degli attacchi di asma improvvisi e delle ospedalizzazioni. In questo contesto, la comunicazione – intesa come dialogo informato, empatico e coerente – assume un ruolo decisivo nel sostenere la persona nella quotidianità. Una buona comunicazione può realmente migliorare l’aderenza al trattamento contribuendo a rimuovere gli ostacoli che si incontrano nel percorso di cura e suggerendo strumenti utili per pazienti, familiari e caregiver.
Perché aderire al trattamento per l’asma è tanto importante
L’asma è una malattia cronica infiammatoria delle vie aeree, che richiede non solo l’uso corretto di farmaci e dispositivi, ma anche una gestione consapevole e continuativa. Numerosi studi mostrano che una scarsa aderenza alle terapie porta ad un peggior controllo dei sintomi, un aumento delle riacutizzazioni e frequenti accessi al pronto soccorso. Di contro uno studio del 2024 ha evidenziato come un incremento della copertura della terapia inalatoria fosse associato a una significativa riduzione delle riacutizzazioni.
Tuttavia, molte persone convivono con l’asma senza utilizzare quotidianamente il farmaco di mantenimento, o dimenticando regolarmente la dose, o non applicando correttamente la tecnica del dispositivo. In questo scenario, la comunicazione diventa una leva di empowerment: aiutare il paziente a comprendere perché seguire la terapia, come farlo correttamente e quando segnalare eventuali difficoltà.
Comunicazione efficace: cosa significa nella pratica
Una comunicazione efficace in ambito sanitario va oltre la semplice spiegazione di diagnosi e terapia. Per la gestione dell’asma questa si articola in diverse componenti:
1. Ascolto e condivisione
Il medico, l’infermiere o lo specialista devono dedicare tempo per ascoltare il paziente e/o il caregiver: quali sono le paure, quali le difficoltà giornaliere (es. dimenticanze, resistenza al dispositivo, attività fisica limitata).
Uno studio condotto su 452 adulti con asma ha mostrato che la comunicazione paziente-fornitore influenza la fiducia, la motivazione, la partecipazione alla cura, e che questi fattori a loro volta favoriscono l’aderenza terapeutica.
In concreto, ciò significa che il paziente non è solo “chi riceve la prescrizione”, ma un partner attivo: partecipa alla scelta del trattamento, esprime preferenze e difficoltà, riceve spiegazioni chiare e comprensibili.
2. Educazione personalizzata
La tecnica dell’inalatore, la frequenza del trattamento, l’eventuale presenza di comorbidità (es. allergie, obesità) o fattori di stile di vita (fumo, attività fisica) vanno spiegati in modo adeguato. La letteratura indica che strategie mirate di educazione del paziente aumentano significativamente l’aderenza.
3. Fiducia, motivazione e partecipazione
Non basta spiegare cosa fare: è fondamentale che i pazienti credano nella terapia e si sentano motivati a seguirla. Una comunicazione che valorizzi la persona, spieghi rischi e benefici in modo trasparente, riconosca le difficoltà e costruisca insieme il piano terapeutico, genera maggiore impegno rispetto a una comunicazione meramente prescrittiva.
Una buona pratica è quella della “decisione condivisa”: il paziente partecipa alla scelta del dispositivo o del regime terapeutico, comprendendo vantaggi e possibili limiti.
Ostacoli nella gestione quotidiana dell’asma
Tuttavia, anche con le migliori intenzioni, la gestione quotidiana dell’asma presenta sfide reali. Ecco alcune delle più frequenti:
1. Dimenticanza o routine frammentata
Molte volte la mancata assunzione della terapia deriva da dimenticanze o difficoltà nell’inserire la cura nella routine (viaggi, lavoro, famiglia). Questo comportamento è definito “non aderenza erratica”.
2. Percezione di “non aver bisogno”
Se i sintomi fossero lievi o assenti, è comune pensare: «Sto bene, posso saltare». Questo è un fenomeno noto come “non aderenza intenzionale” ed è - per la Global Initiative for Asthma (GINA) - riconosciuto fra i fattori che compromettono il controllo dell’asma.
3. Tecnica del dispositivo non corretta
Anche assumere regolarmente il farmaco non garantisce buoni risultati se la tecnica è scorretta. Errori frequenti riguardano la coordinazione tra inspirazione ed erogazione, la profondità dell’inspirazione, la trattenuta del respiro. Uno studio ha mostrato che la quasi totalità dei pazienti (oltre l’80%) commette almeno un errore significativo nell’uso del dispositivo. Questo compromette l’efficacia del trattamento e riduce la fiducia del paziente nell’efficacia della cura.
4. Barriere psicologiche, culturali o economiche
Ansia, depressione, bassa alfabetizzazione sanitaria, costi della terapia o del dispositivo possono influire negativamente sull’aderenza. Una recente indagine sottolinea l’importanza di valutare tali aspetti nel percorso di cura.
Strategie pratiche per pazienti e caregiver
Ecco alcune indicazioni concrete per migliorare la comunicazione e, di conseguenza, l’aderenza in chi convive con l’asma:
1. Prepararsi alla visita
- Portare un elenco di domande: tipo di asma, frequenza del trattamento, dispositivo proposto, cosa fare in caso di dimenticanza o peggioramento.
- Annotare eventuali difficoltà nella routine: uso del dispositivo, respiro corto, attività sportive, allergie.
- Chiedere al medico di dimostrare l’uso corretto del dispositivo.
2. Utilizzare materiale educativo appropriato
Richiedere brochure, video tutorial, app o strumenti digitali che mostrino la tecnica dell’inalatore, i segnali di allarme e la gestione della terapia. Numerose ricerche evidenziano come l’integrazione di strumenti digitali (app, reminder, sensori) possa migliorare significativamente l’aderenza.
3. Creare una routine e coinvolgere il caregiver
Integrare l’assunzione nella routine quotidiana (es. dopo lavarsi i denti, al risveglio) aiuta a non dimenticare. Il caregiver può ricordare la somministrazione, osservare la tecnica e segnalare al medico eventuali cambiamenti.
4. Feedback e revisione tecnica regolare
Una buona comunicazione prevede passaggi periodici e molto semplici.
Se il medico domanda: “Mostrami il tuo inalatore”, “Quando hai usato la terapia?”, “Come ti senti?”, non sono per dare un giudizio, aiutano invece il paziente a focalizzarsi sulla terapia e, eventualmente, a migliorarla.
Ecco perché il medico curante verifica la tecnica, fornisce feedback ed – eventualmente – suggerimenti su come modificare il dispositivo o la sua modalità d’uso.
Ridurre le barriere personali
- Se si teme un effetto collaterale della terapia è indispensabile parlarne chiaramente con il medico.
- Se il dispositivo è difficile da maneggiare: chiedere alternative o adattamenti (es. per chi ha poca manualità).
- Se la terapia sembrasse complessa sarebbe il caso di esplorare possibili supporti professionali o modalità più semplici di somministrazione.
Quali risultati aspettarsi dalla comunicazione efficace
Una comunicazione ben gestita si traduce in diversi benefici sia per la persona con asma che per il caregiver:
- Una migliore comprensione della malattia e della terapia si traduce in maggiore consapevolezza.
- Un aumento della fiducia e della partecipazione attiva alla cura significa un rafforzamento della motivazione.
- La riduzione degli errori di tecnica e un miglior uso del dispositivo consente una maggiore efficacia della terapia.
Il risultato finale dovrebbe trasformarsi in una diminuzione delle riacutizzazioni, degli accessi al pronto soccorso e un conseguente miglioramento della qualità di vita.
Come confermato da una recente review, che sottolinea come interventi educativi e di comunicazione mirati hanno mostrato un miglioramento significativo dell’aderenza e, di conseguenza, del controllo dell’asma.
Conclusione
La gestione dell’asma richiede più di un semplice farmaco: richiede una collaborazione attiva tra chi cura e chi viene curato, un dialogo trasparente e continuo, e una partecipazione consapevole del paziente e del caregiver.
Quando la comunicazione è chiara, empatica e personalizzata, diventa un’alleata potente nel percorso terapeutico: favorisce l’aderenza, sostiene la qualità della vita e aiuta a prevenire complicazioni. Ogni visita, ogni domanda, ogni feedback conta. Perché prendersi cura dell’asma significa prendersi cura di sé.
Referenze
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